Giocare a calcio al di fuori dell’Italia, studiare in un college americano di livello, visitare le metropoli degli USA, conoscere centinaia di persone provenienti da tutto il mondo e iniziare a lavorare nell’azienda numero 1 al mondo. Non è un film, è la storia di Federico Cordiano: un ragazzo ambizioso, aperto a nuove sfide, capace di mettersi alla prova ed afferrare con personalità quanto il futuro gli ha presentato. Dal calcio dilettantistico, tra Lombardia e Svizzera, a quello americano; dalla laurea con i primi lavoretti, ad una posizione in Amazon in Slovacchia: con coraggio, entusiasmo, umiltà e voglia di scoprire. Senza mai fermarsi, sempre pronto a sperimentare e vivere.
I primi calci a un pallone…
“…nella squadra del mio paese, il Ceresium Bisustum, per poi passare ad una società milanese d’Elite nel panorama regionale lombardo, l’Aldini Bariviera. Dopo un paio d’anni andai ai Soccer Boys per poi spostarmi al Mendrisio, di nuovo vicino casa, per fare Allievi e qualche presenza in prima squadra in Eccellenza. A seguire un’esperienza alla Pro Sesto, tra Juniores Nazionali e Serie D, infine tre anni al Porza prima dell’avventura in America”.
Come hai scoperto il mondo College Life Italia?
“Sono venuto in contatto con College Life Italia tramite un amico che giocava con me a Lugano: mi disse che c’erano diverse associazioni italiane che davano la possibilità di andare a giocare e studiare negli Stati Uniti, tramite borse di studio con coach americani. Ero al terzo anno di università a Milano e iniziai a cercare su internet queste società, ne contattati due e quella che mi diede più fiducia fu proprio College Life, nonostante fossi tra i primi a partire con l’Associazione (www.collegelifeitalia.com). Era dicembre 2015, mi laureai nel 2016 e mentre facevo gli ultimi esami intanto seguivo il processo burocratico per partire”.
A quel punto?
“A luglio, dopo la laurea, avevo in mano tre diverse borse di studio: scelsi la Shorter University a Rome, in Georgia, perchè era ad un’ora di macchina da Atlanta e ragionai sulle connessioni al mondo del lavoro e sulle opportunità che la settima metropoli d’America poteva offrirmi, essendo una città molto dinamica e sede di molte multinazionali. Partii ad agosto, iniziai l’università con altri due ragazzi italiani presi tramite CLI”.
Che ricordi hai del biennio americano, tra calcio e studio?
“La stagione calcistica andò bene, arrivammo secondi in campionato e partecipammo poi alle fasi finali, viaggiando molto; l’annata scolastica invece fu leggermente più difficile per l’ambientamento, ma conclusi comunque con un il massimo dei voti: il primo anno fu molto formativo dal punto di vista dell’adattamento. Finiti i corsi, tra maggio e luglio 2017, invece di tornare a casa scelsi di andare a Seattle tre mesi sempre con College Life, giocando in MPLS (una lega semi professionistica): visitai un’altra metropoli e fu una nuova grande opportunità a livello lavorativo, capii che Amazon era l’azienda in cui volevo lavorare proprio in quel periodo a Seattle, dove c’è l’head-quarter dell’azienda, che tramite una conoscenza riuscii anche a vedere dall’interno. Dopo un mese in Italia, tornai negli Stati Uniti per altri sei mesi per finire il percorso di studio del master di CLI: la stagione calcistica andò leggermente peggio, arrivammo a metà classifica, ma a livello di contatti ed amicizie fu l’annata più bella, molto divertente”.
Dall’avventura targata CLI, al passaggio ad Amazon.
“Nella mia breve permanenza a Seattle, fui così colpito da Amazon che, una volta terminato il master di College Life Italia, decisi di applicare quasi esclusivamente per loro. Lo scorso dicembre, di nuovo a casa, ho mandato molte mail per diverse posizioni in Amazon, finchè ho trovato quella giusta per me e soddisfacente per l’azienda: a fine marzo sono ripartito per iniziare la mia avventura lavorativa in Slovacchia nel colosso di commercio elettronico. La mia esperienza sta andando molto bene. Quando tiro le somme e riesco ad essere un po’ più oggettivo, sono molto soddisfatto perchè dall’interno è veramente un’azienda fast-pace, dove le cose cambiano tanto da un momento all’altro. C’è veramente necessità di sapersi adattare a nuovi scenari ogni giorno, perchè altrimenti si resta indietro e mentalmente ci si abbatte. Tutto quello che si apprende va sfruttato e quando ci sono cambiamenti bisogna esser pronti, altrimenti diventa frustrante”.
Quanto ha giovato nel tuo percorso l’esperienza fatta in USA con CLI?
“La capacità di adattarsi che ho sviluppato in America con College Life mi è d’aiuto moltissimo: passare da un’esperienza USA-Italia ad una Slovacchia-Italia per me è stato come spostarsi al paesino vicino a quello dove sono nato, mentre mi rendo conto che altri colleghi stanno incontrando difficoltà. Per me questa di Amazon è la prima vera esperienza lavorativa, nonostante facessi qualche lavoretto durante il periodo universitario: passare però ad un’azione di tali dimensioni, con questi ritmi, è tutt’altra cosa. Ogni giorno cresco e apprendo nuove cose”.
Infine, consiglieresti l’esperienza College Life Italia?
“Nel modo più assoluto. Per l’aspetto calcistico che ti permette di giocare in una lega straniera; per quello umano in termini di condivisione, rapporti e di crescita personale per il doversela cavare da soli in un Paese lontano da casa; per quello di studio in America e di successive possibilità lavorative. È un’esperienza incredibile”.