Martina Villani: passione per il volley e per i viaggi
Martina Villani ha 20 anni ma già dall’età di 16 ha iniziato a girare per inseguire la sua passione per la pallavolo. Da Tradate, in provincia di Varese dove è nata, Martina si è trasferita prima nelle Marche, in un paesino in provincia di Ancona, poi a New York e quando rientrerà negli States (il primo agosto) si sposterà ad Akron, in Ohio. E’ alta 1.85, è palleggiatrice, in Italia ha giocato nel Gorla Volley, nel Busnago e nella Clementina, passando nelle categorie Under 17, Under 18, Under 19, Serie C, Serie B2 e Serie B1.
Una vita in continuo movimento per una ragazza che adora la pallavolo.
Come è iniziata la tua passione per il volley?
“All’inizio per seguire le mie amiche che avevano scelto questo sport, poi però ho subito scoperto che mi piaceva moltissimo la pallavolo e a sedici anni già vivevo in foresteria per giocare nel Dolcos Volley di Busnago. Da lì, nel 2022, mi sono trasferita nelle Marche, a Moia, per giocare con la Clementina”.
E il passaggio negli Stati Uniti?
“Ho sempre avuto l’idea di andare a studiare all’estero pur continuando a giocare a pallavolo. Quindi ho cominciato a cercare delle agenzie che potessero aiutarmi in questo e ho scoperto College Life Italia. Mi sono messa in contatto con loro e mi hanno aiutato a trovare un’università che potesse permettermi di studiare e di continuare a fare il mio sport preferito. Quindi già durante la stagione avevo deciso che sarei andata dove mi offrivano la migliore opportunità, solo che ci è voluto un po’ di tempo per mettere insieme tutti i documenti, le pagelle che dovevo prendere da tre scuole diverse, e quindi sono partita a marzo”.
E’ stata una scelta difficile?
“No perché tra le varie proposte c’era il Monroe College di New York che mi offriva una borsa di studio che copriva tutti i costi e poi stava, appunto, a New York. Qui poi c’erano altre quattro giocatrici italiane, tra cui Alessia Gallo che già conoscevo, quindi la scelta è stata ancora più semplice”.
Eri mai stata a New York?
“Si quando ero piccolina con la mia famiglia e già lì mi era piaciuta molto e avevo pensato che avrei voluto viverla più dall’interno che come turista”.
Cosa studi a Monroe College?
“Criminologia (a Monroe c’è anche un simulatore che ricrea la scena del crimine, usato dalla polizia, nda)”.
Prima di arrivare a Monroe avevi mai pensato di fare criminologia o è stata una scelta fatta quando sei arrivata lì?
“Mi ha sempre interessato molto la criminologia, soprattutto la psicologia che c’è intorno al crimine, ma in Italia non c’è una facoltà di laurea, devi fare giurisprudenza e poi trovare un corso. Qui invece mi si è prospettata la possibilità di fare un corso di laurea ben sviluppato all’interno della facoltà di criminologia, quindi la scelta è stata immediata”.
Qual è la cosa più bella, fino ad oggi, di questa esperienza americana?
“Il fatto che conosci persone come te, ragazzi e ragazze, che arrivano da ogni parte del mondo e con le quali sviluppi amicizie che dureranno per tutta la vita, io adesso so che in qualsiasi parte del mondo vada, ho un amico o un’amica. Ti confronti con gente che è diversa da te, che vede le cose in maniera differente da come la vedi tu. Entri in contatto con culture e stili di vita diversi dai tuoi e tutto questo è molto bello”.
Tu hai fatto il liceo linguistico quindi non hai avuto problemi di ambientamento, immagino…
“Be’ all’inizio quando ti trovi in mezzo a tanta gente che arriva da ogni parte del mondo senti un inglese diverso, ma è come accade in Italia con i dialetti, che sono molto diversi uno dall’altro”.
Ci sono stati dei momenti in cui ti sei detta ‘ma chi me lo ha fatto fare’?
“No direi di no anche perché essendo andata via da casa a sedici anni ero già abituata a stare da sola. Mia mamma soprattutto mi ha spinto a fare questa scelta. Certo ci sono momenti in cui ti manca casa, il cibo (soprattutto), le abitudini che abbiamo noi che qui non esistono. Per esempio anche il solo fatto di andarti a prendere un caffè con un’amica o un amico qui non c’è”.
Dal punto di vista sportivo, hai trovato molte differenze con l’Italia?
“Be’ innanzitutto le regole del volley che sono un po’ diverse da quelle che abbiamo in Italia e in Europa, qui negli States ad esempio, i liberi possono battere. Però negli USA c’è un’attenzione diversa nei confronti di noi giocatrici, c’è proprio un diverso approccio: abbiamo – oltre ai coach – il fisioterapista, il nutrizionista, tutte persone che ci seguono costantemente e questo ovviamente è possibile per la diversa disponibilità economica che hanno”.
Quando, dopo le vacanze in Italia, tornerai in America ti trasferirai ad Akron in Ohio, come mai questa scelta?
“Perché Monroe ha deciso di partecipare ad un campionato di livello più basso rispetto a quello dello scorso anno e per noi non andava più bene. Quindi ci siamo riunite e abbiamo deciso di andare ad Akron che farà un campionato di livello più alto”.
Non sarà difficile lasciare New York per l’Ohio?
“No, perché prima di partire per l’Italia sono andata un paio di giorni ad Akron per vedere l’università (University of Akron, nda) e la città e ho scoperto che è molto simile a New York: ci sono moltissimi locali e cose da fare e da vedere, è molto vicino a Cleveland che è una città decisamente più grande e anche lì ci sono tante cose da fare. Poi andrò con altre compagne con cui ho già giocato, insomma sono molto felice della mia scelta”.
Che consiglio daresti a un ragazzo/a che ancora non sa se lanciarsi in questa avventura?
“Di partire senza preoccuparsi troppo, perché troverà comunque un ambiente molto accogliente dove ci sono studenti come te, dove troverà compagni molto aperti alle amicizie e che fanno lo sport che hanno sempre amato, proprio come te. Gli/le consiglierei quindi di non farsi troppe paranoie perché troverà un ambiente molto socievole dove si inserirà benissimo”.
Come ti vedi tra cinque anni?
“Se ci sarà la possibilità di giocare nella nuova lega professionistica che hanno appena creato negli Stati Uniti vorrei continuare a stare qui e giocare a pallavolo anche perché a livello economico è tutto diverso. E’ il mio interesse principale quello di giocare a pallavolo, e se posso farlo diventare il mio lavoro, sarebbe ancora meglio”.
MONROE COLLEGE
Monroe College @ Bronx: 2501 Jerome Avenue- Bronx, NY 10468 Tel (718) 933-6700)
Monroe College @ New Rochelle: 434 Main St, New Rochelle, NY 10801 – Tel. (914) 632-5400)
Monroe College @ Santa Lucia: P.O. Box CP 5419 Vide Boutielle Highway, Castries, Saint Lucia – Tel. +1 (758) 456-3200.
Fondato dalla famiglia Jerome che gli diede il nome del Presidente degli Stati Uniti nel 1933, il Monroe College – un’isitituzione di New York – ha oggi tre sedi: la prima nel Bronx, la seconda a New Rochelle, sempre nell’area di New York e la terza ai Caraibi.
Nato come College del Bronx, con l’apertura della “Monroe School of Business”, nel 1945, dopo la II Guerra Mondiale, accolse I reduci di guerra e e le donne che avevano bisogno delle competenze per iniziare i nuovi lavori in nuovi ambiti lavorativi come ad esempio l’elaborazione dei dati.
La sede del Bronx, così come quella di New Rochelle, distano solo mezz’ora di metro dal centro di Manhattan. Per questo, ma non solo, il Monroe College si considera una parte vitale della città di New York e sostiene tutte le aziende che guidano l’economia della città che non dorme mai.
La mission del Monroe College riflette e si riflette nella storia della città che ha da sempre attirato persone provenienti da tutto il mondo per migliorare la loro vita. Da cui l’orgoglio, lo spirito dell’efficienza, il rispetto per la diversità, l’energia costante e la ricerca costante del miglioramento sono gli elementi distintivi di Monroe.
Nel 1983, il Monroe College apre una seconda sede a New Rochelle, e nel 2007 si aggiunge anche il campus di Castries nell’Isola di Santa Lucia ai Caraibi con un programma accademico di 4 anni in Criminal Justice.
Oggi gli studenti di Monroe sono più di 8.000 provenienti da 93 paesi stranieri diversi ed è una delle università meno care della costa est americana.
UNIVERSITY OF AKRON
Akron, Oh, 44325
Tel +1 330 972 7111
Nata come Buchtel College nel 1870, l’University of Akron nacque per volere – e denaro – di alcuni industriali locali, in particolare di John R. Buchtel, che subito stabilirono un fortissimo legame tra l’istituzione accademica, il territorio e la Chiesa Universalista.
L’università è cresciuta di pari passo con la città di Akron che grazie all’industria locale, in particolare quella della gomma, si è sviluppata notevolmente. Nel 1942 nasce il Rubber Technical Institute, in cui studenti e ricercatori contribuiscono allo sviluppo della gomma sintetica per le truppe alleate. Akron è, ed è stata, sede di aziende come Goodyear, Firestone e Goodrich e fin dal 1909 l’Università ha offerto corsi di laurea in chimica della gomma. Successivamente si è trasformata nel centro polimerico più importante del mondo, con la nascita della prima università della Scienza dei polimeri e dell’ingegneria polimerica (College of Polymer Science and Polymer Engineering), ad oggi il corso di laurea più grande e importante del mondo nel suo genere. Il numero degli studenti oggi supera i 10.000
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