Umberto Catale: capitano e studente-atleta dell'anno - College Life Italia

Umberto Catale: capitano e studente-atleta dell’anno

Umberto, studente-atleta dell’anno e capitano della squadra di calcio della Southern Connecticut State University.

Umberto Catale è partito da Alessandria ed è arrivato nel Connecticut,  a New Haven, una della città americane a  maggiore densità di college e quindi di studenti. 129.000 abitanti e ben 7 college, dall’esclusivissimo Yale alla Southern Connecticut State University dove studia Umberto.

E’ un ragazzo estroverso e determinato che ha messo da parte – almeno momentaneamente- l’azienda di famiglia per concentrarsi sulla sua esperienza americana. Un’esperienza iniziata 4 anni fa che lo ha portato ad essere il miglior studente-atleta dell’anno, il massimo riconoscimento sia in ambito sportivo che accademico negli Stati Uniti.

“E’ un riconoscimento importantissimo – ci racconta Umberto – perché premia non soltanto il percorso sportivo ma anche il tuo impegno sociale fuori dal campo, io sono molto estroverso, parlo con tutti, sono anche il capitano della squadra, e sono davvero felicissimo di aver ricevuto questo premio, più di qualsiasi altro ottenuto precedentemente”.

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Quanto ti gratifica un premio cosi?
“Tantissimo. La cosa che io ho percepito, e che non avevo mai provato prima, è il sentire che stai facendo – e che hai fatto – veramente qualcosa di buono. E questo è un riconoscimento che riempie di orgoglio anche i miei genitori”.

Come sei arrivato nel Connecticut?
“Ho giocato per 6 anni a calcio in Italia spostandomi da Genova a Milano a Torino, ma ho anche sempre studiato tanto perché lo studio per me è fondamentale. Così alla fine del liceo classico ho iniziato a pensare che non volevo rimanere a casa a fare le cose che facevano tutti gli altri e allora ho iniziato a cercare su internet che possibilità c’erano per andare a studiare all’estero, magari continuando anche a giocare a calcio. Così ho trovato College Life Italia e ho visto che loro offrivano un pacchetto completo che oltre a metterti in contatto con i coach e con le università, ti preparava anche tutti i documenti, il visto, e poi c’erano gli showcase dove farsi conoscere. Così a marzo del 2020 sono partito e ho fatto due anni a Dallas in uno Junior College, poi mi sono spostato a St. Louis in una black school, piccola, ed è stata un’esperienza completamente differente ma mi sono trovato bene, non ho nessun rimpianto. E alla fine sono arrivato qui a New Haven”.

Come si vive a New Haven?
“E’ un posto fantastico, sono tutti studenti o professori o persone che comunque lavorano in ambito scolastico e accademico. C’è un’atmosfera meravigliosa ed è tutto incredibile: il college, lo studio, il mio dipartimento, tutti ti aiutano, tutti sono sorridenti”.

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In che ruolo giochi e quali sono le maggiori differenze che hai trovato con il calcio italiano?
“Io sono centrocampista centrale, ma il calcio qui è molto più atletico, gli allenamenti sono molto più intensi, sono due al giorno e si fa anche tanto lavoro in palestra. Poi ci sono molti più soldi da investire e quindi le strutture sono più funzionali, ci sono 5 o 6 coach, c’è più facilità a fare qualsiasi cosa”.

Qual è la tua giornata tipo?

“Mi sveglio alle 7 e dalle 8 alle 10.30 ho gli allenamenti. Poi ci sono le lezioni e la pausa pranzo. Subito dopo vado a lavorare nel mio dipartimento fino alle 7.30 e poi torno a casa. Però qui tutti lavorano con il sorriso, l’ambiente è molto bello, la gente è bella, ti sorride, ed è tutto diverso”.

Nel frattempo ti sei anche laureato, in cosa?
“Business Administration and Management, adesso farò un OPT di un anno (che sta per Optional Practical Training , ovvero un permesso di lavoro per gli studenti stranieri che permette loro fare lavorare in un settore correlato alla loro laurea, ndr) e vorrei lavorare nel campo alimentare, nella distribuzione e nell’import-export di cibo. Voglio capire bene come funziona qui dove c’è un’economia molto più avanzata rispetto alla nostra”.

E adesso cosa succede?
“Adesso vado in vacanza (ride)! Vado con mio fratello che è venuto dall’Italia e con altri amici, facciamo una road trip in macchina nella West Coast, San Francisco, San Diego poi vediamo durante il viaggio dove ci porta la macchina”.

Pensi di rimanere a lavorare negli States o di tornare in Italia?
“Ancora non ho deciso però la mia famiglia ha un’azienda di food distribution e di import export di alimenti, a cui sono molto affezionato e a cui tengo molto, per cui l’idea al momento è quella di imparare i modelli di business che applicano qui e poi in caso di portarli in Italia. Vedremo. Io qui ho anche una fidanzata americana con cui andrò a convivere a breve, ma lei mi ha già detto che se dovessi tornare in Italia, verrebbe con me. Quindi è tutto da decidere ancora, ma lo faremo insieme. Per il momento posso dirti che l’America è il posto dove voglio stare adesso, qui hai molte più opportunità di crescere, di lavorare, di migliorare. Il mio obiettivo adesso è di concentrarmi sul mio futuro, su quello che vorrò fare, l’idea è quella di unire il lavoro in Italia con le prospettive americane, ma c’è tempo per fare tutto”.

Qual è la cosa più bella di questa esperienza?
“La bellezza di stare negli Stati Uniti è che è un’esperienza incredibile, davvero. Io sono stato in posti diversi ma ovunque ho trovato disponibilità, è un’esperienza che ti cambia la vita, ti fa maturare, non c’è niente di paragonabile a una cosa del genere. Io sono davvero grato per questa esperienza, è la scelta migliore che potessi fare nella mia vita”.

Cosa consiglieresti a un ragazzo o a una ragazza che ancora sono indecisi, e soprattutto cosa diresti
a un genitore, sai che noi italiani (soprattutto i ragazzi) siamo spesso additati nel mondo come
mammoni..
“Eh si, lo so. Il supporto della famiglia è fondamentale. Io ringrazio la mia famiglia che mi ha sostenuto in questa scelta e la cosa che dico a tutti i ragazzi e ai loro genitori è che se c’è la possibilità di fare questa scelta, se arriva una chiamata, bisogna andare. Non è facile, non sarà facile perché soprattutto all’inizio la nostalgia si fa sentire, ti senti solo, ma poi tutti i sacrifici che fai sono ripagati, sempre. Se sei ambizioso, se hai dei grandi sogni, questo è il posto giusto e l’occasione giusta, però devi avere la testa, devi impegnarti, e se non sei strutturato mentalmente non ce la fai. Ma questo vale in qualsiasi parte del mondo tu stia. Io qui sto facendo quello che volevo fare e sono felice!”.

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Southern Connecticut State University
501 Crescent Street
New Haven, CT 06515
Più di 130 anni di storia, che negli USA sono un’eternità, per questo college dove si punta a dare fiducia agli studenti stimolandoli ad essere sempre loro stessi, aiutandoli a scoprire i propri punti di forza, gli interessi personali e le predisposizioni da applicare poi nel mondo del lavoro. Situata al centro di New Haven, la SCSU è una delle sette università di New Haven, città universitaria storica, piena di cultura e di arte che si affaccia sul mare nell’omonimo golfo dove confluiscono i fiumi Mill e Quinnipiac. Dotata di grande fascino intellettuale, New Haven annovera anche una delle più importanti Università del mondo, ovvero Yale. Ad arricchire ulteriormente la vita della comunità teatri (Shubert Theater e Long Wharf Theatre), musei, spiagge e parchi. E come se non bastasse, New Haven è considerata anche il luogo dove è nato… l’hamburger!!!

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