Gabriele Cavallari: dallo Showcase alla laurea negli Stati Uniti - College Life Italia

Gabriele Cavallari: dallo Showcase alla laurea negli Stati Uniti

Dal Friuli al Midwest il viaggio di Gabriele negli States lo ha già portato alla laurea ma in realtà è un percorso appena cominciato.

Lo chiamiamo al telefono in un pomeriggio qualsiasi e lui ci risponde dicendoci che forse la linea cadrà perché è in viaggio, in macchina con la sua famiglia, sulle Rocky Mountains: paesaggi mozzafiato da film western.

Gabriele Cavallari, 23 anni da compiere tra qualche giorno, si è appena laureato in Educazione Fisica e si sta godendo una meritata vacanza prima di cominciare a lavorare quest’estate come tutor in alcuni campi scuola di soccer che lo porteranno in Wisconsin, in Illinois, in Michigan, in Indiana. Gabriele è abituato agli spostamenti e ai cambiamenti. Ha già fatto un anno di liceo negli USA, ad Anchorage in Alaska, nel 2018-2019, poi è arrivato il Covid che ha bloccato tutto e tutti ma non le sue ambizioni, i suoi sogni e la sua voglia di tornare a vivere in America.

Come sei arrivato a College Life Italia?
“Ero a casa mia a Budoia in provincia di Pordenone – ci racconta – ma volevo tornare qui a tutti i costi e quindi mi sono messo su internet a cercare qualcuno o qualcosa che mi potesse riportare negli USA. Ho trovato College Life Italia e mi sono subito iscritto allo showcase che avrebbero fatto di lì a poco a Verona. Poi sono andato a quello di Milano e da lì sono arrivate le prime offerte. Le ho valutate insieme alla mia famiglia e quella che mi dava la facoltà che volevo io, la squadra e l’ambiente più adatto alle mie esigenze, l’offerta economica più adeguata, alla fine è stata la Mount Marty di Yankton, in South Dakota. Abbiamo capito che anche a livello economico era fattibile e non impossibile, e sono partito. Poi una volta qui mi sono anche sempre dato da fare per lavorare ad esempio nel negozio della scuola, come assistente nel dormitorio, tutti lavori che potevo fare all’interno del college e che hanno alleggerito il peso economico sui miei genitori”.

Una scelta quasi in controtendenza, come si vive nel Midwest?
“Si vive bene, stiamo nella regione delle Great Planes, le grandi pianure, dove lo spazio non manca”.

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E’ stato difficile ambientarti?
“No perché io avevo già vissuto un anno da solo ad Anchorage per il liceo, quindi avevo già fatto il primo passo. Quando sono tornato in Italia ho cominciato a pensare a come sarei potuto ritornare subito in America e ho iniziato a informarmi. Poi però c’è stata la pandemia e si è fermato tutto però io sono riuscito a partire ad agosto perché in questa università dove sono, si facevano le lezioni parte on line e parte in presenza quindi sono partito subito e non ho perso l’anno. Però non si poteva giocare il campionato in autunno”.

C’è stato qualcosa che ti è sembrato diverso o più strano rispetto alla tua esperienza
precedente?
“La cosa strana è stata vivere in una casa con tutti i miei amici, mentre prima abitavo in una casa senza i miei amici. Questa sì, è stata una cosa strana ma in maniera positiva”.

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Ti sei appena laureato in Educazione Fisica, ora che succede, rimani qui o torni in Italia?
“La mia idea è quella di trovare un lavoro da insegnante di Educazione Fisica qui nel Midwest, se non dovessi trovarlo, mi sposterò nel New York State ma diciamo che quello è il piano B”.

Preferiresti restare nel Midwest?
“Si, qui ho tutta una serie di collegamenti, di amici, di famiglie che aiutano, ci sono forti legami col territorio quindi non avrei problemi a lavorare qui”.

Da calciatore dove hai giocato, che ruolo sei?
“Sono sempre stato un difensore, laterale all’inizio poi sono diventato centrale. Ho giocato nelle giovanili delle squadre delle mie parti, poi son venuto qui e ho iniziato a giocare per il Mount Marty che fa parte delle Naia Conference (National Association of Intercollegiate Athletics)”.

Cosa hai trovato di diverso dal calcio italiano?
“Qui è molto più fisico, ti alleni tutti i giorni, due volte al giorno e fai 3 partite a settimana in un arco di tempo più breve, cioè tre mesi. Sono tutti molto allenati e molto atletici”

Continuerai a giocare a soccer adesso?
“Purtroppo quando finisci il college e inizi a lavorare, qui non hai la possibilità di giocare nelle squadre di dilettanti come quelle che abbiamo noi. Io mi prenderò un anno per trovare il lavoro più giusto”.

Quanto è stato importante il supporto della tua famiglia in questa scelta che hai fatto?
“L’appoggio della famiglia è molto importante, questa è un’esperienza che anche fatta solo per un anno ti cambia la vita, ti cambia totalmente il modo di vedere le cose sotto tutti i punti di vista. E’ un’esperienza che io consiglio a tutti perché cambia proprio tutto”.

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Mount Marty University 
1105 W. 8th St. Yankton, SD 57078
La Mount Marty University è una piccola università Cattolica fondata sui valori dei monaci benedettini, con sede a Yankton in South Dakota. Alla base della filosofia della Mount Marty University la consapevolezza di Dio, l’ospitalità, l’apprendimento costante che dura per tutta la vita. La MMU è considerata una delle migliori università del Midwest e una delle più efficienti scuole private del South Dakota. Yankton è una cittadina di quindicimila abitanti che si trova sulle rive del fiume Missouri tanto da essere definita “the River City”. Si trova al confine con il Nebraska nella zona delle cosiddette Great Planes, le grandi pianure, quella dove ci sono anche i nativi americani, gli Indiani – come si chiamavano una volta – Lakota, meglio noti come i Sioux, da cui l’intero stato prende il nome. E’ una zona ricca di praterie, di laghi, di boschi, di paesaggi naturali meravigliosi e del celebre Mount Rushmore, la montagna dove sono scolpiti i volti dei presidenti Americani, in realtà solo quattro:  George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abramo Lincoln.

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