Daniele Cerbini: Voglia di volare! - College Life Italia

Daniele Cerbini: Voglia di volare!

Daniele Cerbini: Voglia di volare!

E’ partito da Perugia – dove è nato 22 anni fa – ed è atterrato a Prescott, in Arizona, per giocare a calcio e continuare ad inseguire i suoi sogni, primo fra tutti quello di diventare pilota. Nel frattempo però si è laureato con Summa cum Laude, ovvero il massimo

Daniele Cerbini, 22 anni appena compiuti, ha sempre avuto tre passioni nella vita: il calcio, i viaggi e il volo. E dopo una vita passata a fare il portiere nel Perugia, la squadra di casa sua, Daniele ha spiccato il volo verso una nuova avventura, quella alla Embry-Riddle di Prescott, in Arizona, dove ha già preso la prima laurea.

Come nasce la tua storia nel calcio?

“Ho iniziato a giocare nel Perugia a 5 o 6 anni come portiere e ho fatto tutta la trafila delle giovanili, sono arrivato nella squadra Primavera ma ero anche  aggregato alla prima squadra, cioè mi allenavo con loro e giocavo nella Primavera. Poi finito il liceo mi sono iscritto alla Bocconi e mi sono trasferito a Milano, ma c’è stato il Covid e quindi sono tornato a casa perché le lezioni in parte erano in presenza ma la maggior parte erano a distanza”.

Cosa hai studiato alla Bocconi?

“Mi ero iscritto al corso di  Economia e Management per Arte, Cultura e Comunicazione in inglese perché volevo lavorare nel mondo della moda e perché già sapevo che avrei voluto fare un periodo fuori dall’Italia. Ero già in contatto con College Life Italia che mi aveva fatto conoscere un mio amico – Francesco Rancati – anche lui calciatore”.

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Poi cosa è successo?

“E’ successo che ho conosciuto Andrea Cattaneo (Placement Director, nda) e gli ho mandato un video. Quindi ho partecipato al primo showcase a Verona nel 2020, poi a un secondo a dicembre dello stesso anno a Roma. Così i miei video hanno cominciato a girare e ad essere visionati da  un po’ di allenatori americani e sono arrivate le prime proposte, tra cui quella di Embry-Riddle che mi dava la possibilità di continuare a giocare a calcio, di studiare business e di iniziare a volare: ho messo insieme le tre cose e sono partito, forte anche delle due borse di studio ottenute, una accademica e quella sportiva di College Life Italia”.

Quando sei arrivato negli States?

“Nell’estate del 2021, per la precisione ad agosto ma già a marzo del 2020 avevo avuto i primi contatti con Embry-Riddle, poi una volta trovati tutti gli accordi sono partito”.

Come e quanto ti è cambiata la vita?

“E’ cambiata tantissimo ma sto facendo la cosa migliore che potessi fare”.

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Embry-Riddle ha due sedi una in Florida, a Daytona, l’altra in Ariziona a Prescott e tu hai scelto quest’ultima: come si vive a Prescott?

“Non è proprio la città americana che ti auguri di trovare quando parti dall’Italia ma è un posto perfetto per studiare”.

Ti sei adattato subito alla nuova realtà?

“Ma sai avendo già vissuto da solo a Milano quando ero andato alla Bocconi, è stato sicuramente più semplice per me, però certo all’inizio è difficile ambientarsi in una vita e con delle persone differenti. Però ripeto, è stata una delle scelte più belle che ho fatto nella mia vita se non la migliore”.

Cosa studi a Embry-Riddle?

“Ho iniziato con il corso di laurea in Aviation Business Administration e a maggio scorso ho preso il bachelor degree (la laurea triennale) summa cum laude, 15 dei 120 crediti sono relativi al volo e io li ho presi tutti, ovvero 5 brevetti di volo che mi permettono di essere Certified Flight Instructor – Instrument. In America ci sono tre livelli: c’è il pilota privato, quello strumentale, che simula il volo, e quello commerciale, cioè puoi essere pilota in comando e puoi essere pagato. Adesso mi sono iscritto ad un altro corso di laurea che è quello in Aeronautics che mi darà la possibilità di prendere il brevetto di lavorare come tale pilota privato”.

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Come si svolge la tua giornata a Prescott?

“Quest’anno sarà ancora più dura, quando ricomincerò ad agosto, la sveglia suonerà alle 4 per andare alle 4.30 in palestra fino alle 5.30, poi alle 5.45 apre il campo di volo e vado lì. Quest’anno avrò delle lezioni in presenza al pomeriggio dalle 4 alle 5.30, lavorerò come allenatore dei portieri e l’Università mi ha anche chiesto di insegnare ad un corso di piloti, quindi farò anche l’istruttore. Quindi diciamo che saranno giornate molto faticose e impegnative ma sono felice perché è il mio lavoro, quello che mi piace fare”.

Programmi per l’imminente futuro?

“Per ora devo prendere la seconda laurea, sono studente part time e sto aspettando l’OPT per iniziare a lavorare a tempo pieno. Ho già firmato un contratto con la United Airlines e appena avrò raggiunto le mille ore di volo potrò fare il pilota . Al College invece sono diventato anche allenatore dei portieri e in caso di infortunio dei portieri titolari, posso giocare io”.

Ci sono altri ragazzi italiani a Embry-Riddle?

“Sì, c’è il mio amico Francesco Busini (che già abbiamo intervistato sul nostro blog, nda) che è venuto qui su mio consiglio. O meglio io ho detto al coach che c’era questo ragazzo che giocava molto bene e che meritava di essere visionato. Ed è andata bene perché anche Francesco è qui”.

Se 4 anni fa ti avessero detto che ti saresti ritrovato in America, laureato, in procinto di diventare pilota, cosa avresti risposto?

“Avrei detto non ci credo. Pensa che uno dei sogni più grandi della mia vita è sempre stato quello di imparare a volare! Quando ho scoperto grazie a College Life Italia che c’era la possibilità di studiare in America in delle università che avevano corsi di laurea sul volo mi sembrava un sogno. Embry-Riddle poi è la più prestigiosa in questo campo e loro mi hanno scelto. E’ stato qualcosa di fantastico che mai avrei creduto fosse possibile”.

Che ruolo ha giocato in tutto questo la tua famiglia e come ha reagito?

“La mia famiglia è super contenta della mia scelta e mi ha sempre supportato in tutto il percorso scelto, fin da quando mio padre mi accompagnò al primo showcase a Verona. Mi hanno sempre sostenuto nei  momenti di debolezza, ad esempio quando mi sentivo solo all’inizio del primo anno, mi hanno sempre dato tutto il sostegno di cui avevo bisogno. E adesso sono commossi per la mia felicità, per la mia scelta, quando sono venuti per la mia laurea avevano le lacrime agli occhi. Sono felicissimi che abbia già trovato un lavoro e questo riempie di gioia anche me, così come il fatto di non gravare più economicamente su di loro come quando ero studente. Ti rendi conto che tutti i sacrifici che hai fatto, che tutti abbiamo fatto, sono ricompensati al massimo”.

Tu sei figlio unico?

“No, ho una sorella più piccola che anche lei è venuta negli States 2 volte per gli student-exchange, ma è andata a Los Angeles. Però, pur avendo giocato a pallavolo, ha preferito concentrarsi sullo studio della psicologia”.

Come nasce la tua passione per gli Stati Uniti?

“Forse dai film che ho visto fin da piccolo, cresci con questa idea che gli USA sono la terra delle opportunità e man mano  che vai avanti capisci che effettivamente se hai delle ambizioni questo è il posto migliore per realizzarle. Io volevo uscire dalla mia comfort zone e misurarmi con nuove sfide”.

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Cosa consiglieresti a chi ancora è titubante?

“Sinceramente gli consiglierei che l’unica cosa che devono avere in mente è quella di non aver paura, di buttarsi in questa esperienza e vedere come vanno le cose, anche perché una volta che sei lì non vorresti più tornare.  Adesso con i cellulari, le videochiamate, internet, etc. è tutto più facile, la famiglia, gli amici, ce li hai sempre a portata di mano, anche se sei lontano”.

Come ti vedi tra 4 o 5 anni?

“Come mi vedo… intanto ho fatto richiesta per l’OPT, il visto diciamo così per lavorare regolarmente per gli studenti stranieri che si sono laureati in USA. Appena mi arriva la risposta torno negli States (Daniele in questi giorni è in vacanza in Italia, nda) e ricomincio a studiare: il mio obiettivo è quello di diventare un pilota della United Airlines sul lungo raggio e di viaggiare in Europa e in tutto il mondo godendomi abbastanza la vita. E poi sicuramente mi piacerebbe fare anche – oltre al pilota – l’esaminatore di volo per la compagnia”.

EMBRY-RIDDLE Aeronautical University

3700 Willow Creek Road

Prescott, AZ 86301

Situata tra Phoenix e il Grand Canyon, Prescott è una città di 45.000 abitanti che fu anche capitale dello Stato dell’Arizona nel 1864 prima di Tucson e dell’attuale Phoenix. Famosa per le miniere d’oro e d’argento, è stata a lungo la tipica città del “selvaggio west” da dove i bianchi partivano per combattere i nativi Americani, gli Indiani Yavapal e gli Apache. Costruita interamente in legno, la città all’inizio del Novecento bruciò più volte e venne puntualmente ricostruita, oggi è diventata una meta turistica soprattutto per chi ama e vuole vivere da vicino lo spirito del vecchio West. In particolare a Prescott si tiene il più antico rodeo del mondo che si ripete dal 1888 e che ogni anno fa confluire a Prescott circa 35.000 turisti americani e non solo.

Ma Prescott è anche la sede della Embry‑Riddle Aeronautical University, college totalmente dedicato all’aviazione e agli studi aerospaziali. Le condizioni meteorologiche della zona e i 1600 metri di altitudine favoriscono un clima secco e sereno, ideale per il volo. La temperatura media è di 26° in estate e 7° in inverno. Circondata da laghi, fiumi e montagne Prescott offre una serie di attività sportive come lo sci, il kayak, il rock climbing.

Tra i corsi di laurea disponibili a Embry-Riddle ovviamente quello sull’Aeronautica, Ingegneria Aerospaziale, Scienze Auronautiche, Gestione del traffico aereo, Ingegneria informatica, Cyber Intelligence e sicurezza informatica, Astronomia, Aviation Business Administration e molti altri.

Per saperne di più ti consigliamo di visitare il sito ufficiale della scuola:

https://prescott.erau.edu

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